Minorca è l’isola più selvaggia delle Baleari, quella in cui la natura regna e le attività dell’uomo s’integrano quasi perfettamente con i paesaggi da cartolina. Non è difficile quindi capire perché Minorca sia Riserva della Biosfera.
Cos'è una Riserva della Biosfera dell'UNESCO?
Una Riserva della Biosfera è un luogo in cui il ruolo dell’uomo è fondamentale nella trasformazione sostenibile del paesaggio. Non si tratta quindi di uno spazio naturale vergine, anzi: qui uomo e natura convivono responsabilmente.
Perché Minorca è una Riserva della Biosfera?
Minorca fu dichiarata dall'UNESCO Riserva della Biosfera l’8 di ottobre del 1993 proprio per la necessità di conservare la grande diversità degli habitat che convivono in un’isola così piccola, la ricchezza di flora e fauna, la qualità del paesaggio rurale e il patrimonio archeologico. In un’isola lunga meno di 50 km e larga 22 km, possiamo infatti trovare spiagge, valli, grotte, zone umide, sistemi dunari, colline e rilievi, stagni e torrenti.
Le parti migliori della Riserva della Biosfera di Minorca
Il Parco Naturale dell’Albufera des Grau è il nucleo della Riserva della Biosfera. Creato nel 1995 e successivamente ampliato nel 2003, occupa la parte nordoccidentale dell’isola – la zona lagunare, il tratto costiero da Es Grau fino a Favàritx, l’Isola di Colombo e la rispettiva zona di Riserva marina – e rappresenta la principale zona umida di Minorca, a pochi chilometri da Mahón, la capitale dell’isola.
Inizialmente era un luogo paludoso ideale per caccia e pesca: con l’arrivo del turismo negli anni ‘70, si avviò un progetto di trasformazione dell’Albufera in un’urbanizzazione turistica con tanto di porto sportivo, viali e un campo da golf, per fortuna fermato da un movimento ecologista locale.
L’Albufera è considerata una delle tre zone umide più importanti delle Isole Baleari per l’interesse paesaggistico e biologico: vi si possono trovare fino a 90 specie differenti di uccelli (che si riposano qui durante le migrazioni oppure si rifugiano in inverno), piante tipiche del Mediterraneo e pesci e molluschi di acqua dolce e salata.
Il modo migliore per esplorare il Parco è quello di percorrere uno dei tre itinerari: il percorso blu, che interessa la zona della spiaggia di Es Grau, la zona umida e il bosco, quello verde, perfetto per osservare gli uccelli acquatici, e quello rosso, dove si hanno le migliori viste panoramiche della laguna. Potete trovare mappe ed indicazioni sugli itinerari nel centro di interpretazione Rodríguez i Femenias all’entrata. Il centro offre anche visite guidate ed attività tutto l’anno, oltre che ad una mostra permanente sul Parco.
All’interno del Parco, le zone da non perdere sono sicuramente la Bassa de Morella, proprio di fianco alla spiaggia di Tortuga, le saline d’Addaia e di Mongofre (oggi in disuso), la spiaggia di Es Grau, e il capo di Favàritx con il suo paesaggio lunare, privo di vegetazione e ricco di ardesia.
Le spiagge di Minorca, tra nord e sud
L’isola di Minorca, dal punto di vista geologico, si divide nettamente in due metà lungo una linea immaginaria che percorre la Carretera General (la strada principale dell’isola) dal porto di Mahón fino a Cala Morell. A nord, il territorio della Tramontana, un mosaico di terreni antichi prevalentemente rocciosi e irregolari, mentre a sud la zona del Migjorn, una piattaforma calcarea solcata dai cosiddetti barrancos (valli scavate da torrenti, che culminano nelle spiagge: il più interessante è il Barranco d’Algendar, che sfocia a Cala Galdana) e ricca di grotte.
La geologia dell’isola si rispecchia nelle spiagge, così diverse a seconda della zona. Minorca vanta ben 131 spiagge, un numero maggiore di quelle di Maiorca, Ibiza e Formentera messe assieme. Le spiagge della costa sud sono in prevalenza cale di sabbia chiara, con acque cristalline – nulla da invidiare a quelle caraibiche – e circondate da pinete; mentre a nord troverete spiagge rocciose, di ciotoli o di sabbia tra il colore rosso e l’ocra, dove la vegetazione è quasi scarsa, soggetta al vento di Tramontana.
La presenza di posidonia – una pianta marina fondamentale per la creazione e la conservazione della sabbia – protegge le spiagge e mantiene l’acqua trasparente, tanto che praticare snorkeling è il modo migliore per vedere con i propri occhi la varietà di specie acquatiche, soprattutto nella zona della Riserva marina. Gli sport acquatici non finiscono qui: escursioni e noleggio barche, sub, windsurf, kayak, sci nautico, vela sono alcune delle opzioni che offre l’isola: non a caso Minorca ospita tre delle quattro Stazioni Nautiche Ufficiali delle Isole Baleari.
Escursioni a piedi, bicicletta o cavallo
Minorca è perfetta per chi ama passeggiare, soprattutto in primavera e autunno, e offre varie possibilità di escursione.
Primo fra tutti, il Camí de Cavalls (GR223), che con i suoi 185 km percorre il perimetro dell’isola. Quest’antico percorso creato nel 1330 a scopi militari (percorso a cavallo per difendere i confini dell’isola e vigilare le coste) e recuperato nel 2010, è ad oggi il miglior modo per scoprire i paesaggi di Minorca.
E’ un cammino diviso in 20 tappe, tra i 5 e i 10 km di lunghezza l’una, ben segnalato attraverso mappe all’inizio di ciascuna e paletti di legno ogni 50-100 metri. Impossibile perdersi.
Altre possibilità sono i sei tragitti cicloturistici (creati approfittando i cammini rurali preesistenti e adattandoli alle biciclette) e i vari sentieri da percorrere a cavallo con una visita guidata.
Minorca Talaiotica
In soli 700 km² Minorca raccoglie più di 1500 giacimenti archeologici di diverse epoche preistoriche, dal 2100 a.C. all’arrivo dei Romani nel II sec. a.C: le navetes, monumenti funerari a forma di nave rovesciata (la più famosa è la Naveta des Tudons, nel municipio di Ciutadella), i talaiots (torri a forma di cono, punti strategici di vedetta) e le taules (santuari in cui era appunto presente una “tavola” gigante). Non mancano i villaggi preistorici (Trepucò) e le grotte funerarie (come la necropoli di Cala Morell e Cales Coves).
Successivamente, possiamo trovare testimonianza della presenza dei Romani (il porto di Sanitja presso Cavalleria e basiliche paleocristiane come quella di Son Bou) e infine del periodo islamico (il Castello di Sant’Agata nei pressi di Ferreries).
Tutti questi monumenti possono essere facilmente raggiunti con un’auto e buone scarpe da ginnastica.